Il conflitto israeliano-palestinese è purtroppo il problema rimasto finora insoluto, la fonte principale della dolorosa situazione in cui versa il Medio Oriente, focolaio di distruzione e di morte, motivo di preoccupazione per tutti i popoli del mondo. Nella striscia di Gaza si sono spente le speranze dei politici e dei diplomatici più esperti e volonterosi, si è levata come in un deserto invano la parola “pace”. Non ci sarà dunque mai pace tra Israeliani e Palestinesi?
La Commissione Diocesana per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso, in occasione della Giornata del Dialogo ebraico-cristiano, ha voluto riproporre all’attenzione della comunità religiosa e civile del nostro territorio questo interrogativo, puntando su una risposta positiva, per alimentare una speranza.
Ha quindi invitato Bruno Segre, saggista ebreo, grande esperto di ebraismo e convinto assertore del dialogo fra ebrei e cristiani ma anche tra israeliani e palestinesi, a costruire un fondamento serio alla speranza. Giovedì, 15 gennaio, alle ore 18.00 presso l’Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, in Via S. Eufemia, 12, Bruno Segre terrà una relazione sul tema: Vivere con valori in conflitto. La possibile convivenza tra Israeliani e Palestinesi. Questo titolo indica le cause del conflitto (valori diversi), ma lascia intravedere come “possibile” la convivenza.
Il tema è di così urgente ed attuale importanza che non può lasciarci indifferenti; soprattutto non può non incuriosirci il modo in cui un ebreo cercherà di dimostrare come “possibile” questa convivenza. Ma questo ebreo, nato a Lucerna nel 1930 ma da molti anni residente a Milano, è un personaggio molto particolare: non è un rabbino, è un “laico”; studioso di filosofia, appassionato di sociologia della cooperazione e di educazione degli adulti, dal 1991 presiede l’Associazione italiana Amici di Nevè Shalom/Wahat al-Salam, associazione che ha promosso la convivenza tra Israeliani e Palestinesi. Questo dice già molto della sua fiducia nella possibilità del dialogo, che tuttavia non gli impedisce di essere un ebreo con tutta la sofferenza che questo comporta. Ne è testimonianza l’intensa attività pubblicistica dedicata a vari aspetti della cultura e della storia degli ebrei che ha visto nel libro “La Shoah. Il genocidio degli ebrei d’Europa” (1998) una delle sue opere più apprezzate.
L’incontro con Bruno Segre non potrà lasciarci indifferenti: certamente egli, che è un uomo di pace, saprà convincerci che è possibile vivere insieme con valori in conflitto nella stessa terra.
Lucia Rocchi
Pubblicato da Il Nuovo Giornale, settimanale diocesano di Piacenza, il 9 gennaio 2015